Bere un buon bicchiere di vino, con moderazione, non solo è un piacere, ma addirittura allunga la vita e riduce il rischio di sviluppare varie malattie.
Molti studi scientifici e osservazioni epidemiologiche sottolineano gli effetti benefici del consumo abituale e moderato di vino.
Fra i vari principi attivi identificati nel vino, quello più noto è il resveratrolo. Questa sostanza è un antiossidante presente soprattutto nel vino rosso, che avrebbe la capacità di migliorare l’efficienza cellulare attraverso il potenziamento dell’attività mitocondriale, la “centralina” energetica delle cellule.
Alcune ricerche sugli animali dimostrano che il resveratrolo favorisce la longevità, migliora il controllo del diabete, ritarda la comparsa del morbo di Alzheimer e produce un effetto protettivo su cuore e circolazione.
Sul tema dell’invecchiamento, grande scalpore fece la pubblicazione di un importante studio realizzato nel 1995 a Copenhagen. Questa ricerca, conosciuta come “studio danese”, è stata effettuata su più di 6000 maschi e 7000 femmine in età adulta ed ha dimostrato che il rischio di morire si abbassa fra chi consumava vino con moderazione, rispetto agli astemi e ai forti bevitori. Ma ciò che è altrettanto importante è che questo vantaggio non si verifica fra chi consumava birra o superalcolici.
La ricchezza del vino in polifenoli, dotati di spiccata azione antiossidante (ovvero della capacità di bloccare i radicali liberi nocivi che si formano nell’organismo), costituisce un’importante barriera di difesa nei confronti dei danni cardiovascolari. Gli effetti sono rappresentati innanzitutto dalla riduzione della formazione di placche arteriosclerotiche nelle arterie e di conseguenza minor rischio di malattia delle coronarie e infarto cardiaco.
Fra i vari polifenoli sono le procianidine i primattori presenti nel vino. Il loro effetto è talmente significativo che questi composti sono oggi utilizzati dalla industria farmaceutica per la preparazione di farmaci attivi nelle malattie vascolari , sia venose che arteriose.
A questo risultato benefico partecipa anche l’aumento della produzione di ossido nitrico osservata in chi beve abitualmente vino. L’ossido nitrico riduce l’aggregazione delle piastrine, rendendo difficile la formazione di trombi e l’“occlusione” delle arterie.
Il vino poi aumenta la formazione di colesterolo buono (HDL) e riduce la presenza e la attività del colesterolo LDL (quello “cattivo”), con innegabili effetti benefici in campo cardiovascolare.
Un’altra area di grande interesse è rappresentata dalle problematiche neurologiche. Il consumo corretto e abituale di vino appare statisticamente correlato ad una riduzione del rischio di sviluppare ictus, cioè infarto cerebrale, e TIA (episodi di ischemia cerebrale transitoria, con perdita per tempo molto breve di alcune funzioni motorie o della capacità di parlare correttamente). Altri interessanti dati in corso di analisi sono quelli legati alla possibilità di ridurre il rischio di gravi degenerazioni cerebrali (morbo di Alzheimer, demenza senile). Numerose ricerche documentano che il regolare consumo di vino ha effetti favorevoli sia sulla frequenza con cui il morbo di Alzheimer si manifesta, sia sull’età di insorgenza ,che viene ritardata di almeno tre anni (in un importante studio condotto sull’argomento).
Il vino, quindi, non per curare le malattie, ma per prevenire e ridurre il rischio di sviluppare molti gravi disturbi cardiovascolari e neurologici. Per ottenere questi effetti, certo è che il consumo abituale e corretto di vino è ampiamente da preferire al ricorso ad una pillola contenente principi attivi derivati dal vino.
Resta il problema della giusta dose di vino, volta a garantire gli effetti ora menzionati. A questo riguardo i ricercatori impegnati nel settore hanno identificato in due bicchieri al giorno la quantità ottimale per la popolazione di sesso maschile. Il vino, coniugato al femminile, prevede invece una dose leggermente inferiore (un bicchiere), in virtù di differenze metaboliche ed epidemiologiche.
Il vino dunque, non solo come bevanda ricca di gusto e piacere, ma anche come fonte di salute e di potenzialità preventiva. Il vino che non solo non fa male, ma addirittura fa bene.
Bere vino dunque, anziché essere astemi, se si vuole proteggere la salute, ma ricordando sempre di evitare abusi e di tenere in debito conto le norme legislative che impongono sobrietà alla guida.
Per chi volesse approfondire, indichiamo alcune pubblicazioni scientifiche:
- The health benefits of wine | German JB, Walzem RL. | Annu Rev Nutr. 2000;20:561-93 | https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10940346;
- Oenology: red wine procyanidins and vascular health | Corder R, Mullen W, Khan NQ, Marks SC, Wood EG, Carrier MJ, Crozier A | Nature. 2006 Nov 30;444(7119):566 | https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17136085;
- Grapes, wines, resveratrol, and heart health | Bertelli AA, Das DK | J Cardiovasc Pharmacol. 2009 Dec;54(6):468-76 | https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19770673;
- Polyphenols from red wine are potent modulators of innate and adaptive immune responsiveness | Magrone T, Jirillo E | Proc Nutr Soc. 2010 Aug;69(3):279-85 | https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20522276;
- The impact of moderate wine consumption on health | Artero A, Artero A, Tarín JJ, Cano A | Maturitas. 2015 Jan;80(1):3-13 | https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25449821;
- Protective Capacity of Resveratrol, a Natural Polyphenolic Compound, against Deoxynivalenol-Induced Intestinal Barrier Dysfunction and Bacterial Translocation | Ling KH, Wan ML, El-Nezami H, Wang M | Chem Res Toxicol. 2016 May 16;29(5):823-33 | https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27058607.